Ven. Apr 5th, 2024

 

L’associazione di categoria Coldiretti di Cuneo lamenta lo sfruttamento da parte dell’industria della produzione di pesche, asserendo che quelle utilizzate per la produzione dei succhi di frutta, marmellate, siano sottopagate.

«Continuano e, anzi, si acuiscono le storture lunga tutta la filiera – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo –. É invivibile questa situazione per i nostri produttori che ora sono costretti a conferire le pesche destinate alla trasformazione, ma che vengono pagate solo pochi centesimi. La polpa, trasportata poi fuori regione, viene utilizzata per preparare succhi di frutta e marmellate anche di grandi marchi che al consumatore vengono fatti ben pagare. Oltretutto questi prodotti sono, soprattutto, acquistati per i bambini che preferiscono consumare la frutta così piuttosto che intera. Basti pensare che un succo di frutta al bar non costa meno di 3 euro e al produttore viene dato meno di 1 centesimo: è una vergogna. Eppure sugli scaffali della Gdo le pesche continuano ad essere vendute a oltre 2€/Kg, la filiera dovrebbe iniziare ad interrogarsi seriamente. Oltretutto l’agroindustria percepisce finanziamenti grazie ad apposite misure del Psr. É questo il modo poi di tenere sotto scacco i produttori? Con l’evento Frutta e Legalità, dello scorso 28 giugno, abbiamo acceso i riflettori su quanto sta avvenendo nel mercato frutticolo cuneese che ha un fatturato di oltre 380 milioni di euro con una superficie di oltre 12.000 ettari e oltre 4.500 aziende. Proprio in quella occasione, il Presidente della Regione, Alberto Cirio, si è impegnato ad attivare, su nostra richiesta ed in collaborazione con l’Osservatorio Agromafie, un Osservatorio regionale su prezzi e sulle dinamiche del mercato dell’ortofrutta piemontese. Occorre – conclude Moncalvo – dar seguito al più presto a tale impegno anche per monitorare questa situazione e per scoprire quali sono i marchi che producono senza tener conto di alcun valore etico».

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