Gio. Mar 28th, 2024

 

Nella mattinata di sabato 19 ottobre la sala del Consiglio “Teodoro Bubbio” del Palazzo comunale di Alba è stata gremita da oltre 50 sindaci del territorio che hanno risposto all’invito del primo cittadino della città, Carlo Bo, a riunirsi per portare avanti una politica congiunta di difesa del marchio “Tartufo Bianco d’Alba”.

«Ringrazio i sindaci per la folta partecipazione – ha esordito il Sindaco di Alba Carlo Bo – e mi auguro che questo sia il primo di tanti incontri dove potremo analizzare le problematiche del territorio, condividere proposte e individuare soluzioni. Credo sia necessario creare sinergia, perché Alba ha bisogno del territorio e il territorio ha bisogno di Alba. Posso già anticiparvi che è in fase organizzativa un convegno che si terrà nella Fondazione Ferrero, cui saranno invitati tutti i sindaci di Langhe e Roero».

La riunione odierna segue l’approvazione fatta dal Consiglio comunale di Alba lo scorso 25 settembre, quando è stato approvato all’unanimità l’Ordine del Giorno “Norme in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo”.

«Vi ho invitati oggi per chiedervi di portare avanti la battaglia tutti assieme – ha proseguito il primo cittadino albese – portando in approvazione nei vostri Consigli comunali un ordine del giorno condiviso da inviare alla commissione agricoltura del Senato».

Il Direttore dell’Atl Langhe Monferrato Roero, Mauro Carbone, si è poi addentrato nella spiegazione tecnica delle problematiche legislative riguardanti la dicitura “Tartufo bianco d’Alba”, ricordando come la legge attuale risalga al 1985, quindi necessiti di un aggiornamento che tenga conto delle grande modificazioni intervenute nel tempo, dalla problematica ambientale, all’ingresso nell’Unione Europea dei paesi dell’est un tempo esclusi.

Ad oggi sono al vaglio del Parlamento tre disegni di legge, ma la formulazione attuale di quello che dovrebbe diventare il testo definitivo renderà inutilizzabile la dicitura “Tartufo bianco d’Alba” sostituendola con un più generico “Tartufo bianco pregiato”.

«Tartufo Bianco d’Alba non è la denominazione territoriale del nostro prodotto – ha ricordato Mauro Carbone – ma è un brand utilizzato in tutto il mondo per definire i tartufi bianchi italiani di alta qualità».

Antonio Degiacomi, forte dell’esperienza acquisita negli anni visitando anche altri centri tartufigeni italiani, ha precisato basta la sola presenza del tartufo in un territorio perchè «Il tartufo acquisisce valore se c’è chi lo sa cercare, valorizzare e servire nei ristoranti, come siamo riusciti a fare nel nostro territorio». Il Presidente del Centro nazionale studi del tartufo ha poi proseguito ricordando l’attività di supporto del Centro Studi, in particolare sul tema della tutela dei boschi.

Alla conclusione delle relazioni, sono intervenuti i sindaci Carla Bonino (Vezza d’Alba), Lorenzo Meinardi (Treiso), Roberto Bodrito (Cortemilia), Roberto Passone (Novello), Silvio Artusio Comba (Monticello d’Alba) e l’assessore di Montà Silvano Valsania per ringraziare di questo approccio corale ai problemi e anche dell’approfondimento tecnico sul tema del tartufo che ha consentito a tutti di avere un quadro più informato.

Il sindaco Carlo Bo, prima della rituale fotografia di gruppo, ha concluso ricordando che i temi da affrontare assieme sono ancora molti, puntando l’accento in particolare sulla viabilità e sulla prossima apertura dell’ospedale unico Alba-Bra.

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