Lun. Dic 2nd, 2024

 

Federico Calizzano, imprenditore agricolo di Asti, è il titolare di una delle prime aziende astigiane all’interno della quale è stata avviata la sperimentazione dedicata alla diffusione sul territorio piemontese di “Trissolcus japonicus”, l’ormai celebre vespa samurai, antagonista naturale della cimice asiatica che sarà utilizzata per contrastare l’effetto di questo pericoloso parassita.

La decisione di selezionare questa azienda, associata a Confagricoltura Asti, è stata dettata dall’impegno da essa profusa in ambito biologico da ormai 20 anni e dalle certificazioni ottenute, nonché grazie alla stretta collaborazione che sussiste da tempo con l’Università di Agraria di Torino, insieme all’Istituto di Entomologia, in modo particolare con la professoressa Luciana Tavella. L’azienda, che produce nocciole, convertitasi al biologico nel 1998, aveva già adottato in passato tecniche sperimentali per lo studio e il contenimento delle cimici “indigene” e di altri organismi patogeni altamente dannosi per la frutticoltura; lo aveva fatto tramite la messa a dimora di piante trappola in grado di attirare questi parassiti che venivano poi combattuti con i fitofarmaci, lontano dai noccioleti.
Ora la attende la prova più complicata degli ultimi anni: testare l’efficacia della vespa samurai contro la cimice asiatica, in una lotta biologica senza esclusione di colpi contro un vero e proprio flagello, soprattutto per il settore corilicolo. «Da parecchio tempo abbiamo sviluppato diversi progetti di studio sulla cimice – afferma Calizzano che è anche collaboratore con l’Università di Torino e con l’Istituto di Entomologia –. Speriamo di riuscire a concretizzare gli impegni profusi in questi anni. La vespa samurai rimane l’unica soluzione possibile per un’azienda come la nostra che ha sempre operato in regime di produzione biologica e rappresenta probabilmente anche l’arma più efficace per garantirne il contenimento ed una progressiva riduzione negli anni a seguire».
«La presenza della cimice si è molto ridotta rispetto all’anno scorso – afferma Enrico Masenga, consulente tecnico specialistico di Confagricoltura Asti – sono i primi risultati della lotta biologica che sta già avvenendo tra le due specie a causa dell’arrivo fortuito della vespa samurai nelle nostre zone. Non bisogna però abbassare la guardia: le statistiche ci indicano che la cimice asiatica si è sempre diffusa rapidamente, trovando purtroppo nel nocciolo il suo habitat ideale, grazie alle caratteristiche del suo frutto, ricco di grassi e proteine. Occorre quindi continuare ad effettuare i trattamenti insetticida, limitandone però la frequenza e l’intensità all’interno delle zone in cui è stata diffusa la vespa. Se nelle vicinanze ci sono campi di grano o orzo, si consiglia di attendere la trebbiatura per colpire anche gli esemplari eventualmente migranti».

Il primo lancio di vespa samurai è avvenuto circa tre settimane fa, con una diffusione sia di maschi che di femmine e un successivo controllo sulle ovature. Questo insetto molto piccolo (1-2 millimetri di lunghezza), di dimensioni inferiori rispetto alla cimice (poco meno di 2 cm), innocuo per l’uomo e gli altri animali (api comprese), depone le sue uova all’interno di quelle della cimice. Gli adulti si nutrono di sostanze zuccherine, e non pungono in alcun modo. Il prossimo lancio è previsto tra una settimana.
«Siamo molto ottimisti – conclude Calizzano – nei confronti di un’operazione che, oltre ai lanci programmati e mirati voluti dalla Regione Piemonte, vede anche una presenza spontanea di questa specie diffusasi in maniera fortuita. Un mix vincente per la salvaguardia delle nostre colture agricole».

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