Mar. Mar 19th, 2024

 

“Identità Future”. È questo il nome di un articolato progetto di recupero e valorizzazione della cultura locale a cui si sta lavorando da due anni a Calosso, che, dal 2014, ha iscritto circa il 90% del suo territorio nella core zone del Patrimonio Unesco.

Un lavoro silenzioso e paziente, aperto ai contributi della popolazione locale e svolto su iniziativa dell’Amministrazione comunale, con la Pro loco e l’associazione Amici di Calosso e coordinato da
un comitato scientifico di cui fanno parte l’antropologo Piercarlo Grimaldi, il sociologo Enrico Ercole, Salvatore Leto, già direttore del Teatro Alfieri di Asti, gli artisti Giorgio Conte e Giancarlo Ferraris, Adriano Da Re, già segretario generale della Fondazione Torino Musei e Mauro Ferro, presidente della Pro Loco.

«Calosso è una comunità che, diversamente da altri centri rurali, ha mantenuto una certa vivacità culturale, economica e sociale – spiega il sindaco Pier Francesco Migliardi –. Sul nostro territorio c’è stata anche, testimonianza di convivenza e integrazione, la presenza attiva di una Comunità Evangelica, nata sotto il segno della solidarietà e dell’accoglienza: intorno al 1880 in seguito a una
forte grandinata sulle nostre colline, i metodisti di Mombercelli prestarono un forte e significativo aiuto ai calossesi colpiti».

Se il fulcro tangibile di “Identità Future” è proprio la ristrutturazione dell’edificio di culto della Chiesa Evangelica prospiciente la piazza principale del paese, il progetto ha un respiro molto più ampio: «Non si tratta di un mero recupero edilizio, atto a salvaguardare e rappresentare uno storico tornante della fede di queste colline – spiega ancora Migliardi –: l’intenzione è quella di costituirsi come solida e critica testimonianza di un passato di solidarietà e di cultura del rispetto tra comunità vicine, in un’ottica ampia di sostenibilità».

«Il lavoro di ri-costruzione dei saperi della tradizione che sono parte integrante del processo di antropizzazione delle campagne calossesi – commenta Piercarlo Grimaldi – permette di individuare
i processi espressivi e affettivi che sono alla base delle identità del territorio al fine di progettare e riconoscere le nuove traiettorie culturali quali strutture di conoscenza di identità di futuro».
Una volta restituito alla comunità, il “contenitore sacro” sarà sede di un allestimento permanente pensato come un’esperienza “immersiva”, grazie alla proiezione di immagini e filmati che valorizzeranno tradizioni orali e materiali delle memorie identitarie.

«Nei mesi estivi il paese di Calosso sarà animato dal calendario di iniziative di “Calosso c’è” che ha inaugurato il 3 luglio – dice il sindaco -. A partire dall’autunno invece “Identità Future” detterà la
nostra agenda culturale: l’inaugurazione della permanente è fissata per il prossimo 14 ottobre, quando si terranno un convegno dal titolo “La Vite è bella – I paesi della vigna e del vino” e una
straordinaria serata dedicata al progetto. Inoltre, stiamo mettendo a punto insieme al Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato un programma di appuntamenti per l’autunno il cui cuore sarà il sistema di valori che ruota attorno a “Identità Future”».

Il progetto è sostenuto dalla Compagnia San Paolo, dalla Fondazione CrAsti, dall’Otto per mille della Chiesa Valdese e dall’Opera per le chiese evangieliche.

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