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Domenica 7 ottobre si rinnova l’appuntamento col “Palio degli asini”, la manifestazione folcloristica più importante ad Alba, che ogni anno coinvolge circa un migliaio di volontari suddivisi nei nove borghi della città, che danno vita prima alla sfilata storica in costume medievale e poi appunto al Palio degli Asini, la corsa che vede contrapporsi i borghi per la vittoria finale in questa gara nata come burla, che ha sempre mantenuto il suo carattere goliardico.

Come il più noto Palio di Asti, nel quale i fantini gareggiano in groppa a cavalli, anche la corsa albese affonda le proprie radici nel medioevo, anzi, proprio nello stesso episodio storico. Infatti la prima menzione storica del Palio si rifà alla cronaca di Guglielmo Ventura che raccontò che nel 1275 il palio astigiano venne corso sotto le mura di Alba, assediata dal comune nemico. Secondo la leggenda che da origine alla corsa albese, gli assediati per rispondere all’umiliazione inflitta dall’esercito nemico, con una burla corsero all’interno delle mura un palio con gli asinelli.

La corsa degli asinelli, nella sua versione moderna, ha passato i 50 anni di vita e si rinnova ogni anno seguendo riti ormai consolidati, animata dai nove borghi della città di Alba e dalla Giostra delle Cento Torri. I nove Borghi sono San Lorenzo, Moretta, Santa Barbara, Rane, Brichet, Patin e Tesor, Santa Rosalia, Fumo, San Martino.

La corsa si corre la prima domenica di ottobre e normalmente inaugura la lunga serie di manifestazioni legate all’autunno albese e alla Fiera del Tartufo, che quest’anno prende il via il sabato precedente la corsa. Anche se il giorno atteso è quello di domenica 7, ci sono altri eventi collaterali che lo precedono. Sabato 22 settembre alle 16.30 la sala consiliare del Palazzo municipale ospita il Capitolo della Giostra delle Cento Torri, nel corso del quale viene consegnata l’onorificenza “Amico della Giostra” a chi si è distinto per l’impegno a favore del Palio e dei borghi. A seguire la messa in Duomo e la benedizione del Palio. In serata, alle 21 in piazza del Duomo l’elezione della Bela Trifulera dei Borghi, preceduta da una sfilata in costume medievale lungo le vie del centro storico. Per l’occasione ogni borgo porta avanti una sua candidata per diventare la reginetta del palio.

Sabato 29 settembre alle 21 si rinnova un’altra cerimonia che precede storicamente il palio: “L’Investitura del Podestà”. Si tratta della ricostruzione dell’episodio nel quale il Podestà di Alba concede ai borghigiani la possibilità di correre il palio. La serata viene accompagnata da rappresentanze dei nove borghi albesi e dall’esibizione degli sbandieratori.

Infine domenica 7 ottobre arriva finalmente il Palio, alla preparazione del quale i nove borghi albesi hanno lavorato per tutto l’anno, provando e allestendo i costumi dedicati alla storia medievale della città. Dopo le cerimonie del mattino, nel corso delle quali saranno controllati gli asini scelti dai borghi e saranno sorteggiati gli altri, fra quelli messi a disposizione dall’organizzazione, la sfilata storica prenderà il via nel primo pomeriggio, subito dopo pranzo. Ogni corteo in costume confluirà verso piazza Michele Ferrero e da qui si sposterà verso piazza Cagnasso, che ospita il campo del Palio. Si tratta di un momento molto atteso da albesi e turisti, il corteo colora le strade della città sotto gli occhi di numerosi spettatori presenti ai lati delle strade. All’interno del campo del Palio, a partire dalle 15 circa prenderanno il via le rappresentazioni dei borghi che metteranno in scena episodi storici legati alla storia medievale di Alba. Un grande spettacolo che stupisce ogni anno tutti gli spettatori della corsa almeno quanto la stessa gara. I volontari danno vita a scene divertenti di vita quotidiana nel Comune medievale così come alla rappresentazione di scontri armati o eventi epici. L’organizzazione dedica un premio speciale per la migliore rappresentazione storica, radunando una giuria di esperti chiamati a giudicare l’esibizione dei volontari.

Conclusa questa prima fase, dopo l’allestimento del campo, prende il via la gara fra gli asini vera e propria. Si articola in due batterie e una finale. Ogni borgo farà scendere in campo due concorrenti, che si sfideranno nelle prime due batterie da nove concorrenti ciascuna. I primi classificati andranno a giocarsi la finale. È possibile che alcuni borghi arrivino in finale con due asini e che qualcuno resti fuori dalla sfida definitiva. Normalmente si tratta di gare molto divertenti da vedere, che strappano più di un sorriso fra gli spettatori. Gli asini, soprattutto quelli non addestrati, sono animali non facili da controllare e soprattutto molto testardi, può capitare che corrano veloce oppure che si fermino subito dopo la partenza, nonostante le insistenze dei fantini e nulla riesce a convincerli a ripartire. Lo spettacolo è garantito, come l’allegria generale. Alla fine della corsa, ormai in serata, uno dei borghi alzerà soddisfatto il Palio al cielo, per gli altri l’appuntamento è per l’anno successivo. Nel 2017 la corsa è stata vinta dal Borgo dei Brichet, uno dei più titolati.

Ma gli appuntamenti con i nove borghi albesi non si concludono col Palio. Sabato 20 ottobre fra le 18 e le 24 ci sarà il “Baccanale del Tartufo” e domenica 21 dalle 10 alle 19 “Il Borgo si rievoca”, eventi nel corso dei quali i volontari animeranno le strade del centro storico vestiti in costume d’epoca proponendo antichi giochi, balli, canti e prelibatezze della cucina tradizionale.

Abbiamo chiesto ad Alberto Cirio, Europarlamentare di Forza Italia e presidente della Giostra delle Cento Torri, un parere sul ruolo del Palio degli asini nel programma degli eventi autunnali albesi.

Quanto è importante il Palio degli asini all’interno del calendario delle manifestazioni autunnali ad Alba?

«Molto, perché insieme alle eccellenze enogastronomiche il folklore è ciò che del nostro territorio piace di più ai turisti, che cercano i nostri colori, la spontaneità dei figuranti, l’allegria del Palio, il fascino di una lunga storia. Sapere che in autunno 2/3 dei visitatori arriva dall’estero ci rende felici, sia perché il turismo sostiene e genera posti di lavoro, ma anche perché ci fa comprendere quanto sia importante il lavoro della Giostra».

Quanto conta il lavoro svolto dai volontari dei borghi albesi per la buona riuscita del Palio e in generale degli eventi d’autunno?

«Senza la passione dei volontari, che sono centinaia, non esisterebbero né il Palio né molti degli eventi che rappresentano la tradizione della Fiera del Tartufo e dell’autunno albese. È vero che facciamo animazione, ma il nostro orgoglio è farlo per la città che amiamo, sapendo che tutto questo contribuisce a far crescere la nostra splendida terra».

 

Foto: Davide Carletti

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