Ven. Apr 5th, 2024

 

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, il 2024 si annuncia come l’ennesimo anno di pesanti aumenti per imprese e famiglie: dal 2,3% in media per i pedaggi autostradali, alle nuove tasse fino alle polizze assicurative obbligatorie. Costi sempre più difficili da sostenere in questo periodo di crisi generale, dove le proiezioni di crescita economica nel nostro Paese non superano lo zero virgola. E non sembra far eccezione neppure la nostra laboriosa provincia Granda, per la quale la prima “brutta” sorpresa (anche se ormai è una tradizione) è arrivata con la tariffa dell’autostrada Torino – Savona ritoccata del 2,3%, corrispondente all’indice di inflazione 2024, sancito dal decreto “Milleproroghe” in Consiglio dei Ministri. Immediato il malumore di imprese e famiglie che si ritrovano a pagare cifre superiori a pochi giorni fa per una tratta disseminata di cantieri infiniti, che ha poco a che spartire con una vera autostrada.

Sulla questione interviene Confartigianato Cuneo sottolineando quanto questo aumento si riveli inopportuno per le imprese cuneesi che da tempo stanno scontando non soltanto i disagi creati dal perdurare dei lavori in corso sull’A6, ma anche l’aggravarsi in generale della situazione dei collegamenti con le regioni limitrofe.

«Alle difficoltà crescenti nel mantenere i collegamenti con la Liguria e la Francia – dichiara Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo – le nostre imprese dal primo di gennaio devono pure pagare un pedaggio più caro. È inconcepibile! Comprendiamo pienamente che i lavori di manutenzione siano necessari per l’incolumità dei viaggiatori, ma considerati i tempi ancora lunghi per la conclusione dei cantieri, 7 o 8 anni, e il perdurare dunque dei disagi, non ci sembra giusto aver chiesto agli utenti di farsi carico di un aumento che francamente poteva essere evitato. A questo punto, visti tempi e costi di percorrenza assolutamente inefficaci, per le imprese diventa sempre più una priorità trovare dei percorsi alternativi all’autostrada».

Stessa solfa anche per l’incompiuta A33, che dovrebbe collegare finalmente entro il 2024 Asti a Cuneo. Mentre proseguono i lavori, in una nota si è comunicato che dal 1°gennaio la tratta finora percorribile subisce un aumento del 2,3%.

Per le imprese non finisce qui. Tra i mille balzelli burocratici che già incidono pesantemente sui loro bilanci aziendali, è ora in arrivo anche la polizza assicurativa obbligatoria per i rischi catastrofali. Entro il 31 dicembre 2024 tutte le aziende con sede legale nel nostro Paese dovranno stipulare il documento per coprire eventuali danni da calamità naturali, quali terremoti, alluvioni, inondazioni, frane.

«Invece di aumentare gli obblighi e le penalizzazioni a carico delle imprese, – prosegue Crosetto – si sarebbero potuti prevedere interventi di incentivazione, magari attraverso un’adeguata detraibilità delle spese sostenute per i premi assicurativi e la promozione di fondi assicurativi con garanzie di natura collettiva».

«Occorre – conclude Crosetto – che il Governo non si dimentichi di quanto sia strategico per la crescita economica del territorio il nostro sistema imprenditoriale, al quale non si può sempre chiedere senza tenere in debita considerazione le sue necessità. Ad esempio, un altro danno per il mondo dell’edilizia arriva dal decreto “Salva Superbonus” dal quale è sparita la disposizione che consentiva la detrazione del 75% anche per gli interventi di sostituzione degli infissi e il rifacimento dei bagni. Un provvedimento che rappresenta una grave marcia indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità sociale, ormai per tutti imprescindibili».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.